I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.
Iva Lulashi
Testo di Edi Muka
Inaugurazione
Martedì 21 marzo 2023
dalle 18:00 alle 21:00
22.03 - 21.04.2023
Via G. Ventura 6 - Via Massimiano
20134 Milan
Inaugurazione
Martedì 21 marzo 2023
dalle 18:00 alle 21:00
22.03 - 21.04.2023
Via G. Ventura 6 - Via Massimiano
20134 Milan
Silvia Giambone
SEXUALLY EXPLICIT CONTENT
PAC Project Room
a cura di Diego Sileo
4.4. - 11.6.2023
PAC Padiglione d'Arte Contemporanea - Milano
La Project Room SEXUALLY EXPLICIT CONTENT, a cura di Diego Sileo, presenta in anteprima il nuovo lavoro di Silvia Giambrone Everyday dicks: una videoinstallazione molto forte, violenta e disturbante che racconta la storia di una molestia sessuale subita dall'artista stessa via web.
Nelle parole dell'artista: "Ricevere una 'dick pic' non è molto considerato al giorno d'oggi. Succede tutti i giorni a molte persone (sia donne che uomini) e sembra che sia quasi diventato un fenomeno sociale che non è nemmeno più considerato scandaloso, dato che siamo così addomesticati alla pornografia che tendiamo a dimenticare che alla fine si tratta di una molestia.
Lo stalker che ho avuto per più di un anno mi ha mandato 46 video di lui che si masturbava e mi ha scritto cose orribilmente disgustose. Quando l'ho raccontato alle persone mi sono resa conto che solo pochi di loro prendevano sul serio quello che stava accadendo".
Everyday dicks è un'opera provocatoria che innesca un'ampia riflessione sul potere delle immagini pornografiche nella nostra società, invitando il pubblico a considerare attentamente il grande impatto che esse hanno sulla realtà in cui viviamo.
RECONDITO
Filippo Berta - Chiara Calore
Bi-personale a cura di Carlo Sala
Auditorium Parco della Musica, Roma
Mostra inserita nell'evento ConsulenTia 2023
Dal 14 al 16 marzo 2023
La mostra bi-personale Recondito vuole indagare gli aspetti nascosti e primigeni che connaturano la persona attraverso le opere degli autori Filippo Berta (Treviglio, 1977) e Chiara Calore (Abano Terme, 1994). Le fotografie e i video che documentano le performance di Berta esprimono la condizione contraddittoria dell’uomo contemporaneo, sospeso tra i ‘lacci’ sociali che portano all’omologazione e la volontà di rivendicare la propria individualità e il suo libero arbitrio. Chiara Calore realizza invece delle tele di grande impatto gestuale e coloristico dove la figura umana si ibrida con forme animali, così sovvertendo l’usuale percezione delle cose per generare degli universi visivi in perenne mutazione che mettono in discussione ogni certezza del reale.
L’immagine fotografica Just one (2017) di Berta documenta la performance che ha visto una pecora collocata su piedistallo – a ricordare le pose imponenti della statuaria classica equestre dal mondo romano e della cultura rinascimentale – a cui viene tosato il soffice pelo. L’azione è per l’artista una chiara allegoria di una collettività incarnata nel candido manto dell’animale che, pur avendo dei tratti di estrema purezza, è inesorabilmente uniformante. La performance Sulla retta via (2014) mostra un’azione collettiva dove le persone cercano di camminare seguendo le onde del mare rappresentando così l’impossibilità dell’uomo di trovare un equilibrio tra due aspetti dicotomici: da un lato l’istinto e dall’altro la regolamentazione definiva dalla società e le sue norme valoriali. Una simile tensione tra poli opposti è presente anche in Allumettes (2013) dove si vede un quadrato, composto dai corpi di una serie di persone impegnati nell’atto di accendere un fiammifero, che via via si dissolve, mostrando la fragilità di questa perfezione geometrica a tratti ostentata.
Il recente video One by One (2021) ha visto l’autore lavorare nei confini tra vari stati dominati da conflitti, tensioni geopolitiche e umanitarie come quelli tra come Messico e Stati Uniti o Corea del Nord e del Sud. Sono stati coinvolti gli abitanti del luogo per compiere un’azione tanto minimale quanto poetica: il contare nella propria lingua le spine dei fili collocati sui muri, generando così quella che l’artista ha definito come una preghiera laica davanti a queste barriere che dividono i corpi, ma che si estendono anche dentro le nostre coscienze. Infine, il video Homo homini lupus (2011) dove Filippo Berta dà corpo agli aspetti bestiali che sono connaturati all’umano attraverso una azione fortemente simbolica che vede due lupi scontrarsi per ottenere una bandiera. Questo ‘quadro visivo’ crea, come rilevato da Eugenio Viola, una «mise en scène che rivendica le ragioni dello stato di natura sullo stato di diritto» ribaltando così la nostra forma mentis di uomini aderenti a un contratto sociale.
Io Amo Te
A cura di Umberto Palestini
L'Arca, Teramo, Largo San Matteo, 11 febbraio - 01 maggio 2023
All’Arca di Teramo va in scena la mostra “Io Amo Te”, che valorizza l’identità degli artisti e l’identità culturale, tra uguaglianze e differenze intrecciate in scambi reciproci.
È un aforisma dei Minima Moralia, del filosofo tedesco Theodor W. Adorno, a tenere le fila della mostra "Io Amo Te", visitabile all’Arca di Teramo, fino al 1 Maggio 2023: «L’amore è la capacità di avvertire il simile nel dissimile». Quale precetto più coerente nel tempo che viviamo, bellico e post pandemico, poteva essere scelto dal curatore della mostra, Umberto Palestini, se non la sfida di avvicinare artisti di differenti generazioni, unire il contrasto tra singolo e collettivo, trovare il punto d’incontro tra l’appartenere a un luogo e l’essere nel mondo?
La risposta è in un’esposizione che mette al centro l’amore. Sei gli artisti: Giuditta Branconi, Luigi Carboni, Fabrizio Cotognini, Matteo Fato, Giuseppe Stampone, Georgia Tribuiani. E di nuovo una citazione, questa volta dello scrittore francese André Breton, a chiarire il suo significato: L’amore è quando incontri qualcuno che ti dà delle notizie su di te.
Ecco allora emergere molteplici forme d’amore. Amore verso l’altro. Inteso come sentimento collettivo, contrario all’egocentrismo diffuso odierno e al senso di soggettività, ma rivolto al sé, alla personale identità e al Daimon che guida l’anima verso la creazione.
Exibart: https://www.exibart.com/arte-contemporanea/io-amo-te-una-riflessione-a-tutto-tondo-sullamore/
Le ferite di Roma
A cura di Spazio Taverna (Ludovico Pratesi, Marco Bassan)
Galleria Mattia De Luca, Piazza di Campitelli 2, Roma, 23 febbraio - 25 marzo 2023.
In piazza Campitelli la galleria Mattia De Luca, per il secondo appuntamento dei DLProjects, apre le porte a 10 opere di 10 artisti differenti, di diverse generazioni e unici nel loro approccio all’arte. Ciascuno di essi è stato invitato a realizzare un’opera su un foglio bianco, con l’intento di ricucire una ferita storica della città. Nel particolare, ad ogni artista è stato assegnato un evento di rottura, in cui Roma ha tradito se stessa: questi eventi sono ancora parte dell’inconscio collettivo della città, nascosti sotto frenesia e confusione. Gli artisti selezionati sono Elisabetta Benassi, Giulio Bensasson, Enzo Cucchi, Silvia Giambrone, Rä di Martino, Lulù Nuti, Luigi Ontani, Pietro Ruffo, Gabriele Silli e Marco Tirelli.
La mostra accompagna il visitatore alla riscoperta di questi traumi, accogliendolo con riferimenti storici e biografici, permettendo a chiunque di comprendere la potenza del territorio romano, prima ancora di vivere l’esperienza delle opere d’arte.
Osservatorio sulla deculturalizzazione. Capitolo 1
A cura del collettivo Zaira Oram (Francesca Brusa, Francesca Ceccherini, Eleonora Stassi)
oxyd – Kunsträume Winterthur, Svizzera, 23 febbraio - 23 aprile 2023
La piattaforma espositiva e di ricerca sperimentale Observatory on Deculturalisation. Chapter 1 si basa sul lavoro della storica dell'arte femminista italiana Carla Lonzi (1931-1982) e sul suo uso del termine "deculturalizzazione".
Apre l'inaugurazione la performance di Zehra Doğan ANKEBUT (Female Spider): un nuovo lavoro che mette al centro il tema della resistenza femminile interrogando il rapporto che le donne sviluppano con il proprio corpo e la terra. L'opera è composta da una ragnatela di capelli umani su raggi di fili spinati, gli stessi che costituiscono muri e barriere in numerose geografie del mondo, ancora eretti con lo scopo di dividere le terre e rendere illegale la presenza di esseri umani. Come forma di opposizione al sistema di potere maschile dominante, la tessitura di ragnatele diventa una metafora esistenziale della resistenza e del potere generativo di cui le donne, come i ragni femmina, sono capaci.
Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani
A cura di Ilaria Bernardi
Triennale Milano, 22 febbraio – 2 aprile 2023
L’Associazione Genesi dà inizio alla seconda edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, a cura di Ilaria Bernardi: un progetto che si articola in un ricco programma composto da una mostra itinerante (a Milano, Genova e Brescia) e da attività educative rivolte al pubblico di tutte le età. La mostra è dedicata alla Collezione Genesi – raccolta d’arte contemporanea dell’Associazione Genesi – costituita da opere di artisti provenienti da tutto il mondo tese a indurre una riflessione sulle più drammatiche questioni del nostro tempo. L’idea da cui prende origine la concezione del progetto è che l’arte contemporanea possa assumere il ruolo di ambasciatrice dei diritti umani. Concepito come interdisciplinare e multimediale, per radicalità di impegno, vastità di orizzonti e ampiezza del ventaglio di iniziative che lo compongono, Progetto Genesi rappresenta un vero e proprio unicum nel sistema dell’arte contemporanea, non solo italiano.