I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.
Somnyama Ngonyama
A cura di Francesca de' Medici
Inaugurazione
mercoledì, 27 settembre, 2023
dalle 18.00 alle 21.00
27.09.2023 - 20.12.2023
PROMETEO GALLERY IDA PISANI, Milano
Via Privata G. Ventura 6 - Via Massimiano
20134 Milano
Inaugurazione
mercoledì, 27 settembre, 2023
dalle 18.00 alle 21.00
27.09.2023 - 20.12.2023
PROMETEO GALLERY IDA PISANI, Milano
Via Privata G. Ventura 6 - Via Massimiano
20134 Milano
Panorama L’Aquila
una mostra diffusa a cura di Cristiana Perrella
7 - 10 settembre 2023
Dal 7 al 10 settembre 2023 torna Panorama, il progetto culturale che ITALICS – la prima rete istituzionale che riunisce settanta tra le più autorevoli gallerie d’arte attive in Italia – dedica con cadenza annuale ad alcune tra le località più straordinarie del nostro Paese.
Dopo le edizioni di Procida (2021) e Monopoli (2022), entrambe curate da Vincenzo De Bellis, ITALICS ha scelto L’Aquila per la terza edizione di Panorama e invitato Cristiana Perrella – curatrice e critica d’arte – a pensare una mostra diffusa per il capoluogo abruzzese.
Fondata alle pendici del Gran Sasso nel 1254 e ricostruita nel 1266 da Carlo I d'Angiò, parte del Regno di Napoli prima, del regno asburgico e del Regno delle Due Sicilie poi, L’Aquila nella sua lunga storia ha conosciuto momenti di potere e fasto alternati a fasi di declino, distruzione, ricostruzione e rinascita collegate ai violenti terremoti che l’hanno colpita nel corso della sua storia, tra cui quello particolarmente drammatico del 2009. La sua posizione nel cuore dell’Italia, circondata da imponenti montagne, foreste, laghi e corsi d’acqua, ha nei secoli conferito ricchezza e centralità strategica alla città sia dal punto di vista politico e religioso, che dal punto di vista economico e culturale. Tutt’oggi sono forti le testimonianze di questa storia nell’architettura e nel patrimonio artistico ed è viva l’eredità attraverso riti religiosi come la Perdonanza Celestiniana e il prestigio di istituzioni come il Conservatorio, l’Università e l’Accademia di Belle Arti.
Centrale nella nuova edizione di Panorama curata da Cristiana Perrella sarà proprio l’ampio patrimonio storico dell’Aquila – con il suo strato medievale testimoniato dalla cinta muraria, quello rinascimentale riconoscibile in numerosi palazzi e chiese, quello barocco e poi neoclassico legato alle ricostruzioni settecentesche – in parte ancora ferito dall’ultimo sisma e in parte ricostruito e riportato allo splendore originario. Il Forte spagnolo con la sala dove è conservato nella sua interezza un rarissimo scheletro di mammut trovato nel 1954 subito fuori dalla città, l’Oratorio barocco di Palazzo de’ Nardis, la Fondazione Giorgio de Marchis, il Casino delle Delizie Branconio, il Museo Nazionale d‘Abruzzo, il MAXXI L'Aquila, ma anche palazzi, cortili, spazi pubblici e luoghi della vita quotidiana saranno abitati da opere di arte antica, moderna e contemporanea e messi in dialogo con lavori realizzati per l’occasione.
Le sedi di Panorama L’Aquila non saranno semplici “contenitori” di opere ma generatori di contenuti di per sé, capaci di rendere unica la mostra diffusa, beneficiando della fertile relazione con il tessuto culturale cittadino e la sua lunga tradizione.
Il progetto espositivo di Cristiana Perrella per Panorama L’Aquila nasce infatti dalla suggestione del termine evocativo wit(h)nessing, coniato dalla teorica femminista, artista e psicoanalista Bracha Ettinger con l’intento di estendere il concetto di testimonianza, inteso sia come affermazione della propria conoscenza che di trasmissione di una storia.
“L’esperienza del testimoniare è un’azione relazionale che prevede una coesistenza – sottolinea Cristiana Perrella –. Memoria e comunità sono per L’Aquila parole centrali, attraverso cui relazionarsi alla storia, la cultura, i luoghi e le persone. Vorrei che il tentativo di rendere partecipe il territorio prendesse forma in collaborazioni con realtà locali, produttive, culturali, sociali, invitate al dialogo con le artiste e gli artisti scelti per la mostra.”
Panorama L’Aquila si conferma un’esperienza espositiva unica, espressione dei valori di ITALICS, in grado di riunire antico, moderno e contemporaneo, stili, tecniche e pensieri molteplici in itinerari d’arte che conducono alla scoperta degli aspetti più autentici e meno conosciuti del nostro Paese, proseguendo così dal vivo lo straordinario viaggio iniziato nel 2020 tra le pagine web della piattaforma Italics.art. Panorama è un format voluto e condiviso dalle gallerie consorziate in un’ottica di collaborazione con i territori coinvolti, simbolo di un impegno che intende espandersi progressivamente in un programma e in alleanze tese a ribadire la centralità e il ruolo delle gallerie d’arte in un sistema culturale, locale e globale in continua evoluzione.
Panorama L’Aquila è realizzata con il patrocinio dell’Unesco, del Ministero della cultura e del Comune de L’Aquila.
Filippo Berta
Jigsaw Puzzles - BIENALSUR
29.07.2023 - 31.12.2023
Questa mostra è concettualmente ispirata a una nuova versione del Puzzle latinoamericano di Regina Silveira. Riunisce immagini provenienti da diversi orizzonti sociali, culturali e politici della regione in un quadro aperto e largamente associativo, in cui ogni pezzo è identificato individualmente e, allo stesso tempo, collegato agli altri per dare a ogni spettatore una possibile lettura della storia nel tentativo di comprendere la realtà dell'America Latina.
La selezione delle opere presenti in Puzzle rivela la complessità della costruzione di qualsiasi tipo di narrazione, considerando la varietà di realtà convergenti. Vale la pena ricordare che il territorio del simbolico è mutevole, sfuggente e instabile. Ogni certezza a questo proposito è aperta alla messa in discussione, poiché si verificano cambiamenti nei parametri socio-culturali e temporali che ci guidano attraverso di essi. Tuttavia, questa debolezza del simbolico, o meglio delle immagini, è anche la sua forza. Vale quindi la pena di sforzarsi di pensare con le immagini e di allargare creativamente gli orizzonti del significato.
Partendo da questa premessa e tenendo presente l'impossibilità di un'unica narrazione, esploriamo le incertezze del presente e del plurale per immaginare posizioni critiche che ci aiutino a pensare a decentramenti, scambi, appropriazioni e riappropriazioni in senso multiplo, diverso, reciproco e globale.
ARTISTI
Andrea Alkalay (ARG), John Berger (GBR), Filippo Berta (ITA), Fernando Bryce (PER), Adriana Bustos (ARG), Daniel Canogar (ESP), Paula Castro (ARG), Harun Farocki (CZE/DEU), Anna Bella Geiger (BRA), María Gimeno (ESP), Luis Hernández Mellizo (COL), Erin Johnson (USA), Glenda León (CUB), Ryts Monet (ITA/AUT), Elodie Pong (USA/CHE), Juan Pablo Renzi (ARG), Nicolás Robbio (ARG), Regina Silveira (BRA), Sergio Vega (ARG), Agustina Woodgate (ARG), Horacio Zabala (ARG)
Regina José Galindo
Solo Show
the BODY
THE WATERMILL CENTER
29.07.2023 - 17.10.2023
39 Water Mill Towd Road, Water Mill, NY 11976
Binta Diaw
Group Show
La sostanza agitata
Palazzo Collicola, Spoleto
23.06.2023 - 15.10.2023
Il piano terra di Palazzo Collicola ospita una mostra collettiva che comprende le proposte di alcuni dei più interessanti profili emergenti dell’arte contemporanea attivi in Italia. La sostanza agitata, questo il titolo dell’esposizione a cura di Saverio Verini, presenta le opere di undici artisti under 35: una mostra di forte impianto generazionale, che cerca di dar conto della varietà e della vitalità della ricerca artistica nel nostro paese. Oltre al taglio anagrafico, gli artisti in mostra sono legati da un comune interesse per la dimensione installativa e plastica e, in generale, per la relazione tra l’opera e l’ambiente che la accoglie. Il titolo, La sostanza agitata, fa riferimento al carattere sperimentale e difficilmente classificabile delle opere in mostra, alla eterogeneità dei materiali utilizzati e a un approccio che – tra leggerezza e monumentalità, tra ironia e questioni che riflettono i cambiamenti sociali in atto – dichiara la propria derivazione scultorea. La scelta di proporre una serie di artisti che oggi riflettono sul linguaggio scultoreo e la sua eredità intende richiamare la tradizione artistica di Spoleto, indissolubilmente legata alla dimensione plastica a partire dall’esperienza di Sculture nella Città (1962).
Gli artisti invitati sono: Francesco Bendini (Sansepolcro, 1996), Paolo Bufalini (Roma, 1994), Lucia Cantò (Pescara, 1995), Giovanni de Cataldo (Roma, 1990), Binta Diaw (Milano, 1995), Bekhbaatar Enkhtur (Ulan Bator, 1994), Roberta Folliero (Roma, 1993), Jacopo Martinotti (Milano, 1995), Lulù Nuti (Roma, 1988), Giulia Poppi (Modena, 1992), Davide Sgambaro (Padova, 1989).
La sostanza agitata vuole caratterizzarsi come un cantiere di proposte – alcune delle quali inedite e realizzate dagli artisti sul posto –, un laboratorio aperto a diversi sguardi: a ogni artista è affidata una stanza, offrendo così al visitatore l’opportunità di immergersi nelle singole poetiche, tra materiali organici e industriali, verticalità e orizzontalità, movimento e staticità, opere formate da pezzi unici e altre che tendono a una disseminazione se non a una vera e propria moltiplicazione.
Binta Diaw
Group Show
A Body of Memory (from neurons to the sea)
Kunsthall Trondheim
22.06.2023 - 10.09.2023
Giuseppe Stampone
La Natura delle Cose
Museolaboratorio - Ex Manifattura Tabacchi
17.06.2023 - 06.08.2023
a cura di Enzo De Leonibus
Dal 17 giugno al 6 agosto 2023 il Museolaboratorio – Ex manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo (PE) presenta il progetto La natura delle cose dell’artista Giuseppe Stampone, vincitore del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. L’opera sarà inaugurata al pubblico sabato 17 giugno alle 18 entrando ufficialmente a far parte delle Collezioni del Museo.
Il titolo fa riferimento al poema filosofico in sei libri di Lucrezio, scritto nel 50 A.C., in cui il poeta latino delinea la costituzione molecolare dell’universo, l’anima e il suo destino, la paura della morte e le caratteristiche individuali dell’essere umano (corpo, sensi, pensiero e amore). Gli ultimi due libri sono dedicati alla creazione del mondo, compresi i fenomeni naturali come i sistemi meteorologici e lo sviluppo della civiltà. In quest’opera Lucrezio cerca di collocare l’umanità in un contesto più ampio e universale, indagando il posto che l’uomo occupa nel mondo naturale, sia a livello molecolare che astrologico.
Stampone è partito da questo spunto per realizzare il progetto La natura delle cose: una sessantina di opere – tra fotografie, disegni e una installazione video – pensate per stimolare una riflessione sul paesaggio e sul “posto” che l’uomo occupa rispetto al pianeta in cui vive.
L’artista è tornato a frequentare due luoghi a lui molto cari, il Gran Sasso e la Maiella, in Abruzzo, elevandoli a paradigma di questa idea. Durante lunghe passeggiate, Stampone ha scattato personalmente una serie di fotografie delle montagne per poi realizzarne dei disegni a grafite. L’intento del processo è stato quello di creare un archivio di immagini per le future generazioni, che a causa della scarsa attenzione dell’uomo nei confronti del pianeta, rischiano di vedere modificato per sempre l’habitat in cui vivono. È oramai scientificamente provato che il consumo di suolo, l’inquinamento e lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali stanno producendo effetti tragici e quasi irreversibili sui fragilissimi ecosistemi.
Discostandosi dalle principali modalità operative dei lavori degli ultimi anni (l’artista ha spesso prelevato immagini da Internet per realizzare le sue opere), in questo nuovo progetto Stampone ha scelto usare personalmente la macchina fotografica con l’intento di riscoprire il valore affettivo dei soggetti ritratti, la sua identità e le sue origini. Dopo avere disegnato le montagne riprodotte in foto, l’artista ha inserito le immagini originali in Photoshop per ottenere i riferimenti numerici dei colori Pantone delle istantanee, mettendo così a confronto la grafite dei disegni (il naturale) con i colori chimici usati per realizzare le stampe; in quanto colori industriali, creati per imitare la natura, le tonalità sono poi state accostate alle immagini della natura per confondere i confini tra elementi naturali e artificiali.
L’intero processo è stato documentato nel video esposto in mostra che racconta il progetto fase per fase: dalle escursioni in alta quota dell’artista, alla realizzazione degli scatti fotografici, alla produzione dei disegni fino alla scelta dei Pantoni. Il video, intitolato Gran Sassa, è stato realizzato in collaborazione con l’artista Maria Crispal, compagna di vita e di lavoro dell’artista.
Questo interesse per i processi industriali si può leggere come un desiderio dell’uomo/artista di imitare la natura, ma anche come un tentativo di padroneggiarla che annulla il nostro senso di precarietà e di limite. La grafite è invece un materiale che implica un rapporto preciso – non ingannevole – con il tempo, e una scelta dell’autore; disegnare è un processo che alimenta la riflessione e aiuta a riformulare il nostro rapporto con il tempo; lavorare con la matita non permette di accelerare il processo di realizzazione di un disegno; usare la grafite è quindi il modo in cui Stampone ha scelto per opporsi ai ritmi accelerati della vita di oggi.
Il Gran Sasso e la Maiella, “le montagne di Stampone”, sono sia autobiografiche che universali. Sono immagini che l’artista porta dentro di sé, legate alla sua identità e ai suoi ricordi, ma anche iconografie mitiche, figure che ispirano soggezione e monumentalità. In questo lavoro, le montagne hanno dato corpo alle riflessioni dell’artista, tornato nei suoi luoghi d’infanzia nel tentativo di rintracciare un legame più profondo con le cose; per noi osservatori, l’opera è un’occasione per ripensare al nostro ruolo nel mondo attraverso l’arte, all’etica, e al senso di responsabilità verso l’ambiente che ci ospita e gli altri esseri viventi.