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Zanele Muholi
A cura di Francesca de' Medici
Inaugurazione
mercoledì, 27 settembre, 2023
dalle 18.00 alle 21.00
28.09.2023 - 20.12.2023
Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano
Via Privata G. Ventura 6 - Via Massimiano
20134 Milano
Inaugurazione
mercoledì, 27 settembre, 2023
dalle 18.00 alle 21.00
28.09.2023 - 20.12.2023
Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano
Via Privata G. Ventura 6 - Via Massimiano
20134 Milano
SILVIA GIAMBRONE
06.09.2023 - 07.01.2023
È partito il 6 settembre “Ospitalità dello sguardo”, un percorso che valorizza i cammini in Puglia. A cura di Isabella Battista, Carmelo Cipriani e Alexander Larrarte e realizzata dalla Fondazione Pino Pascali, l’iniziativa rientra in un più grande programma di animazione culturale nell’ambito del progetto “TheRout_Net” finanziato dal Programma Interreg V/A Greece – Italy 2014 – 2020, grazie al quale il Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia sta ristrutturando e rifunzionalizzando una rete di ostelli pubblici lungo i Cammini di Puglia. (...)
Il progetto, che coinvolge gli artisti Francesco Arena, Rossella Biscotti, Silvia Camporesi, Silvia Giambrone, Guido Guidi, Francesco Jodice, Pino Musi, Luigi Presicce, Agnese Purgatorio, Massimo Uberti, Bianco Valente, Costas Varotsas si articola in tre sezioni connesse tra loro: On the road, Focus, Workshop/Lectiones Magistrales.
Maggiorni informazioni
IVA LULASHI
NAAN Gallery, Tirana, Albania
A cura di HARABEL
Duo show, with Iva Lulashi and Leke Gjeloshi.
Opening on 06.12.2023
SILVIA GIAMBRONE
ZACentrale, Cantieri culturali alla Zisa, Palermo
A cura di Agata Polizzi
5.12.2023 - 03.03.2024
Un inedito progetto espositivo con opere di Yuri Ancarani, Per Barclay, Silvia Giambrone, Joanna Piotrowska, Genuardi/Ruta e Chen Zhen.
L’esposizione trae spunto da una riflessione innescata dal romanzo Nudi e crudi (The Clothes They Stood Up In) di Alan Bennett (2001), nel quale possiamo cogliere dall’ironia paradossale della vicenda una domanda semplice ma necessaria: è davvero questa la vita che vogliamo?
Come scrive la curatrice “Giorni Felici? prova invece a immaginare che è tempo di rispondere alla domanda partendo dai propri conflitti e limiti. Il sé è un elemento marginale se commisurato alla collettività, ma è anche l’elemento minimo costituente, che può determinare il cambiamento su grande scala.” Affidando l’esplorazione allo sguardo degli artisti in mostra “Giorni Felici? è concepito come narrazione progressiva che lascia intravedere quanto vicende personali e sociali siano legate, quanto forte sia il valore di azioni capaci di innescare quelle rivoluzioni che diventano poi ‘fatto culturale’.” (...)
Maggiori informazioni
BINTA DIAW | SILVIA GIAMBRONE
Palais des Nations, Ginevra
Celebrando il 75º anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.
La mostra d'arte contemporanea presentata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano in collaborazione con la Missione Permanente dell'Italia presso le Nazioni Unite a Ginevra e l'Associazione Genesi. A cura di Ilaria Bernardi.
GIUSEPPE STAMPONE
a cura di Bartolomeo Pietromarchi con Chiara Bertini e Fanny Borel
Trasformazioni, ibridismi e fluidità creano forme inedite in continuo divenire che si fondono in un’atmosfera onirica e visionaria
Diario Notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari è la mostra collettiva curata da Bartolomeo Pietromarchi con Chiara Bertini e Fanny Borel che presenta le opere di tredici artisti internazionali nati nell’ultimo trentennio del secolo scorso: Bea Bonafini, Thomas Braida, Guglielmo Castelli, Giulia Cenci, Caterina De Nicola, Anna Franceschini, Diego Marcon, Wangechi Mutu, Valerio Nicolai, Numero Cromatico, Agnes Questionmark, Jon Rafman e Alice Visentin. A questi si aggiunge un progetto speciale di Giuseppe Stampone in dialogo con le fotografie di Scanno della Collezione Franco e Serena Pomilio.
Diario Notturno, che omaggia nel titolo uno dei capolavori letterari di Ennio Flaiano, invita ad abitare i sogni e ad esplorare gli incubi del presente. In una contemporaneità caratterizzata da trasformazioni costanti, gli artisti coinvolti propongono un comune approccio immaginifico, ironico o perturbante, che, mutuando un termine riferito all’intelligenza artificiale, potrebbe essere definito “generativo”.
All’interno del percorso espositivo, in continuità con l’atmosfera onirica e visionaria delle opere esposte nelle prime sale, si inserisce il progetto speciale di Giuseppe Stampone che reinterpreta alcuni luoghi significativi del territorio abruzzese attraverso disegni su carta e su legno. Le sue opere sono poi poste in un dialogo con le fotografie del suggestivo borgo di Scanno provenienti dalla Collezione Pomilio e realizzate da Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna: immagini nelle quali si riscontra uno sguardo sulla vita quotidiana di uno dei borghi più rappresentativi d’Abruzzo, con particolare attenzione all’operosità delle donne di cui si riconoscono gli abiti tradizionali.
La classifica annuale delle persone più influenti nell'arte
KARABBING FILM COLLECTIVE
Il collettivo, proveniente dalla comunità indigena rurale nel Territorio del Nord dell'Australia e composto da membri che possono variare da 30 a 70 persone, realizza film che testimoniano il razzismo passato e presente, offrendo una visione alternativa oltre quella violenta storia. La loro ultima opera, "Night Fishing with Ancestors" (2023), presentata quest'anno in mostre personali alla Secession di Vienna, al Mori Art Museum di Tokyo e al Goldsmiths CCA di Londra, oltre che in varie proiezioni a livello internazionale, è tipica del loro stile, incentrandosi in modo informale sulla storia dei commercianti macassanesi del XVIII secolo, che navigarono lungo la costa australiana dall'Indonesia per raccogliere cetrioli di mare. Questo momento rappresenta un periodo di commercio collaborativo prima della violenza estrattivista del colonialismo bianco. Oltre al contenuto dei loro lavori, che mescola in modo onirico documentario, fantascienza e umorismo, è stata apprezzata anche la loro modalità decentrata di lavoro, in cui i profitti dalle proiezioni e i premi vengono reinvestiti nello sviluppo della propria comunità e nei continui sforzi per reclamare terre allo stato australiano.
ZANELE MUHOLI
"All'inizio, mostrare ciò che ho fatto era molto rischioso," ha raccontato Muholi a Numéro alla vigilia della loro retrospettiva presso la Maison Européenne de la Photographie. "Questo avveniva in un periodo in cui molti crimini d'odio si verificavano in Sudafrica e le persone volevano utilizzare la presenza delle persone queer come capro espiatorio per i propri fallimenti." La mostra a Parigi è stata l'ultima tappa di una mostra che ha già viaggiato al Gropius Bau, al Kunstmuseum Luzern e alla National Gallery of Iceland (e si dirige al Tate Modern l'anno prossimo), presentando 20 anni di fotografia incentrata su soggetti neri LGBTQIA+. "È stato un viaggio molto lungo arrivare dove siamo ora," dice l'auto-definita 'attivista visuale'. Hanno aperto l'Istituto d'Arte Muholi a Città del Capo l'anno scorso, offrendo residenze della durata di sei mesi a un anno, con uno stipendio, copertura delle spese di alloggio e studio; i frutti di ciò sono stati esposti in una mostra presso la galleria Jonathan Carver Moore a San Francisco a giugno. A febbraio, l'istituto ha presentato una mostra collettiva, EMBODYING #HER, mettendo in luce il lavoro di artiste donne già affermate e emergenti, identificandosi come queer.